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Cristian Minoggio vince la Royal Ultra Sky Marathon Gran Paradiso, l’olandese Ragna Debats prima donna


Hanno corso a fil di cielo del Gran Paradiso i circa 430 skyrunner della Royal Ultra Sky Marathon Gran Paradiso, 7 colli, 55 km di lunghezza e 4141 metri di dislivello positivo e della Roc Skyrace, 31 km con 2000 metri di dislivello. Una giornata da incorniciare, uno spot per la natura selvaggia del Parco Nazionale Gran Paradiso, che ben ha compreso la valenza dei grandi eventi sportivi outdoor, per comunicare e promuovere il territorio e la natura della Valle Orco e del PNGP. Dopo il Giro d’Italia, arrivato per la prima volta nella sua storia, a maggio al lago Serrù, è toccato alla Royal, tappa del circuito mondiale Migu Run Skyrunner World Series, come nel 2017. Dall’idea geniale dell’organizzatore Stefano Roletti del 2008, data della prima edizione, si è sviluppata quella che non è solo una corsa in montagna, una skyrace come è più giusto chiamarla secondo la sua codificazione sportiva, ma un viaggio in uno dei più spettacolari ambienti naturali della nostra bella Italia. E non è stata solo una gara, ma una serie di eventi: edizione dedicata ai Generali Lamarmora, fondamentali per il risorgimento italiano, il viaggio della bandiera da Biella a Ceresole Reale, la serata evento del venerdì per parlare della storia dello skyrunning con il suo fondatore Marino Giacometti e successivamente con Francesco Alberti La Marmora sulla storia dei suoi 4 avi generali.

“Eravamo in 36 nella prima edizione del 2008 e chi l’avrebbe mai detto che nel 2019 tutto il mondo dello skyrunning sarebbe venuto a trovarci qui a Ceresole Reale. – commenta Stefano Roletti, organizzatore anima e cuore con Paola Catuzzo della Royal – La comunicazione e la promozione di questo territorio della Valle Orco e del Parco Nazionale Gran Paradiso, dove la natura è ancora più forte dell’uomo, si fa anche con lo sport, con una gara come questa, dove si corre tra pietraie, neve, creste affilate, laghi e prati in fiore, dove tutti coloro che arrivano al traguardo sono vincitori come i primi classificati, grandi campioni dello skyrunning internazionale. Ora ho 2 anni per riprendermi da questa edizione e appuntamento a tutti per il 2021.”

Già le fatiche organizzative di Roletti e del centinaio di addetti, tra Soccorso Alpino, Guardia di Finanza, Guardiaparco e volontari ai ristori, sono simili a quelli dei corridori, che sono stati omaggiati dal primo all’ultimo al traguardo del PalaMila del lago di Ceresole Reale.

Partenza della gara alle 6,30 di oggi domenica 21 luglio, dalla Diga del Teleccio nel vallone di Piantonetto, diga dell’Iren, sponsor privato assieme a Montura della gara che è supportata dalla Regione Piemonte e dai comuni di Ceresole Reale, Locana e Noasca, oltre che dal Parco Nazionale Gran Paradiso.

Partenza e prima salita verso il colle dei Becchi, innevato nella seconda parte, difficile soprattutto in discesa, tant’è che l’organizzazione ha fatto calzare i micro-ramponi ai concorrenti. Parte a bomba lo spagnolo Pere Aurell, uno dei favoriti della vigilia, che cosi conquista il trofeo messo in palio dalla famiglia Vittone per il primo concorrente che passava all’Alpe Foges, punto in cui i due percorsi si separavano. Per la Roc Skyrace iniziava la lunga discesa verso il traguardo di Ceresole, per la Royal Skyrace si era solo all’inizio e si risaliva verso i 3002 metri del Colle della Porta, il punto più alto del percorso. Al colle del Nivolet transitava in testa Cristian Minoggio tallonato dal francese Gautier Airiau, con il favorito giapponese Ruy Ueda in terza posizione. Praticamente poco cambiava per le posizioni del podio, visto che la risalita al Colle delle Rocce Bianche, la discesa al lago Serrù, la successiva risalita al rifugio Jervis e al colle del Nel, prima della passerella finale sul lungo lago e l’arrivo al PalaMila, lascia posizioni e distacchi quasi immutati.

Vittoria maschile in 6h50’04” per il fenomenale Cristian Minoggio, cannobbino portacolori del team Serim del presidente Giorgio Pesenti, che nell’ultimo mese ha infilato una serie di successi da brividi, dallo Chaberton Skyrace, alla francese Pierra Menta Etè, alla Bettelmatt Skyrace della Val Formazza. Un personaggio, disponibile e simpatico con tutti, con un atteggiamento quasi scanzonato, una formidabile macchina da corsa quando indossa un pettorale e i sentieri salgono e soprattutto scendono: giù il cappello davanti alla sua impresa di oggi. Onore comunque a chi lo ha seguito sul podio: il francese Gautier Airiau 2° in 6h51’01 e il giapponese Ruy Ueda 3° in 6h56’49”. Completano la top ten nell’ordine il tedesco Hannes Namberger, il britannico Andy Symonds, Daniel Jung, il tedesco Andre Purchke, lo slovacco Peter Frano, lo spagnolo Pere Aurell e il ceco Tomas Macecek.

E’ in testa al circuito Skyrunner World Series, era la favorita e ha vinto, la fortissima olandese Ragna Debats del Team Merrel, tra l’altro con il nuovo record del percorso di 7h52’40”, seguita sul podio dalla sorpresa francese Myriam Guillot Boisset seconda in 8h14’53” e dalla basca Oihana Azkorbebeitia terza in 8h45’35”. Anche qui top ten di valore internazionale nell’ordine con Antoniya Grigorova (BUL), Silvia Puigarnau (SPA), Roser Espanol Bada (SPA), Takako Takamura (GIA), Angela Castello (SPA) e le azzurre Cecilia Pedroni e Monica Dalmasso.

Nella Roc Skyrace maschile successo di Luca Arrigoni del team Serim in 3h20’39”, 2° Marco Aimo Boot in 3h34’37”, che era stato il vincitore della prima edizione della Royal, 3° Mattia Colella in 3h35’57”, 4° Alfonso Bracco e 5° lo spagnolo Roberto Sancho Martinez.

Al femminile si impone come nel 2017 Cecilia Basso dell’Orecchiella Garfagnana, che tra l’altro è la campionessa mondiale giovanile di skyrunning in carica, in 4h04’56”, seconda Lorena Casse in 4h30’25”, terza Agnese Sobrero in 5h06’18”, quarta Susan Ostano e quinta la francese Sabrina Bryant.

Clicca qui per le classifiche .

In allegato un po’ di foto della Royal.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.